RE: Unto bisunto contest : Un momento in cui mi sono sentita parte di qualcosa ❤️/ A moment when I felt part of something ❤️
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Cara Noemi, ti capisco perfettamente, io mi sono trasferita fuori regione e mi sono ritrovata nelle tue parole, perché qui non conosco praticamente nessuno! Diventanndo adulti è sempre più difficile fare amicizie, perché si creano dei gruppi sociali consolidati in cui inserirsi è complicato, e il rischio è quello di sentirsi un pesce fuori d'acqua.
Un abbraccio virtuale ❤️
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Anch'io sto vivendo la stessa difficoltà, un po' perché mi sono trasferito un poco più lontano rispetto a dove stavo prima (anche se non poi così tanto, ma abbastanza da rendere difficoltoso vedersi con gli amici un giorno qualsiasi) e un po' perché i miei nuovi interessi di musica ed eventi mi hanno allontanato dalla mia compagnia che invece tende ad essere più "casalinga" e a farsi problemi a fare tardi la sera.
Anche se cerco di non pensarci troppo, a volte mi prende un forte sconforto perché mi sento isolato e le nuove persone che sto conoscendo sono appunto già inserite in un loro contesto sociale per cui io spesso mi sento un intruso
Diciamo che quando si passa una certa età (soprattutto quando si passano i 40, ma magari pure i 30), fare tardi la sera non è altrettanto accattivante come quando si è adolescenti o tutt'al più tra i 20 e i 30. Se poi i tuoi nuovi concittadini somigliano ai piemontesi, mi spiace, ma purtroppo c'è questo brutto vizio delle cerchie sociali consolidate da tre o quattro generazioni e riuscire a inserirsi è arduo.
Almeno mi consolo: siamo già in diverse persone a vivere la stessa problematica 😆
Mah, guarda: per me è stato l'esatto opposto. Le mie migliori amicizie sono nate da universitaria e oltre (e quindi da adulta) a causa del motivo commentato a Noemi (in Piemonte la cerchia sociale si eredita e quindi sin dall'asilo i gruppi sono già consolidati e chiusi da due generazioni perchè sono le mamme/nonne a conoscersi previamente e questa circostanza te la trascini per tutto il periodo scolastico). In seguito devi avere la fortuna di iscriverti a una facoltà universitaria cosmopolita com'era capitato a me, dove quindi non troverai soltanto gruppi già formati dove gli iscritti si erano diplomati insieme, avevano frequentato le stesse scuole medie, le stesse elementari, ecc., ma trovi gente di altre città, magari pendolare come te, magari l'unica della sua scuola a essersi iscritta e ci trovi pure studenti stranieri, quindi oltremodo desiderosi di legare (il mio corso di laurea pullulava di albanesi e greci).
Per fortuna esistono anche situazioni come la tua, sono contenta di ciò 😊
Diciamo che però infanzia e adolescenza che ho avuto, da non augurare al peggior nemico, per rendere l'idea...😵
Per ciò che mi riguarda, io non ho mai cambiato posto, ma non vedo più i miei amici da anni (esattamente come un pesce fuor d'acqua)... forse è il percorso della vita. Ad un certo punto, il cerchio si restringe.
E' proprio vero, il tempo passa e anche le esigenze cambiano 😊
Se dovessi creare un equazione del cambiamento della nostra personalità la vedrei così C = 3T + 1L, dove C è il cambiamento, T è il tempo e L è il luogo. In questa equazione il tempo ha un coefficiente di 3 ed i luogo di 1. Sostanzialmente il tempo ha un effetto maggiore sul cambiamento che i luoghi. Io ho vissuto sempre in Romagna, eppure a 30 anni ero diverso da quando ne avevo 20. Oggi a 50 anni, non sono nemmeno riconoscibile alla persona che ero a 30 anni. Questo è sicuramente un pensiero del tutto personale.
L'ho dovuta rileggere perché sono un po' arruginita con le equazioni (mi hai scoperta: non seguo i tuoi corsi!!), ma la trovo di una profondità sbalorditiva.
Sono d'accordo con te, il tempo è davvero "l'elefante nella stanza" quando si parla di cambiamento. Conosco persone che, come te, hanno vissuto sempre nello stesso paese o nella stessa regione, ma che hanno sviluppato profondi cambiamenti 😊
Bravo Stefano!!